IL SACRO CUORE E IL SACERDOZIO , Madre Luisa Margherita Claret de la Touche Serva di Dio

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PARTE QUARTA
ELEVAZIONI SULL’AMORE INFINITO E IL SACERDOZIO

ELEVAZIONE 12
La Vergine Maria e il sacerdote

L’amore del sacerdote per Gesù deve essere diverso da quello degli altri uomini e singolarmente più ardente, perché « chi più ha ricevuto ama di più ». Ora, le grazie e i doni particolari che arricchiscono l’anima e il cuore del sacerdote sono così numerosi che chi li ha ricevuti e li possiede non ne ha neppure una vaga idea, e quand’anche creda di aver molto ricevuto, non può neppure allora conoscere la moltitudine di grazie che l’Amore Infinito gli ha fatto. Sarà una delle beatitudini del prete in cielo vedere e conoscere tutto ciò che l’Amore ha fatto per lui, e quanto è stato privilegiato tra gli uomini.


Il sacerdote passa in qualche modo allo stato di essere divinizzato nell’unione che ha con Cristo, e nella potenza che ha, da Cristo, sulle anime, per il loro bene e la loro salvezza. Così è obbligato ad avere per Dio, Nostro Signore, un amore tutto particolare, forte, tenero e ardente.
Non c’è che una sola creatura che ha amato e che ama Gesù come il sacerdote deve amarlo; non c’è che un cuore che possa servire da modello al suo per questo amore: è il cuore della Vergine santa. L’amore del sacerdote per Gesù deve essere in tutto simile a quello di Maria per il suo Figlio divino.
Come Maria, il sacerdote innalzato da una grazia d’elezione, rimane tuttavia una creatura inferiore, sottomessa al Maestro divino. Come lei, è per sua natura un nulla, e entra nell’intimo della divinità per un privilegio d’amore. Come lei, deve essere illuminato più profondamente sulla verità della propria miseria e piccolezza, e più illuminato dai raggi dell’Amore Infinito. Come lei, riceve, grazie allo Spirito, il potere di generare al mondo il Verbo incarnato: la Madre lo genera nella verità del suo corpo visibile; il sacerdote, nella verità del suo corpo eucaristico.
L’amore di Maria per Gesù è l’amore di una creatura privilegiata. è un amore di riconoscenza ardente e di profonda umiltà; un amore che si abbassa e si dona, che si dà tutto intero, per il bisogno di rendere il più possibile a Colui da cui tutto si è ricevuto. L’amore di Maria è anche un amore di madre; tenero, delicato, premuroso; un amore che difende e protegge, che si dona ancora, ma diversamente; che si dà non per restituire, ma per darsi ancora a Colui cui già si è dato.
L’amore del sacerdote per Gesù deve essere simile a questo. Deve avere un amore di umile riconoscenza, amore di creatura amata che adora, ringrazia, si dà senza calcolare; un amore pieno di delicatezze; amore geloso che custodisce, vigila, protegge, circonda di cure, si dà fino all’oblìo di se stesso.
Maria ha avuto per Gesù non soltanto un amore di creatura privilegiata, e di madre amante, ha avuto di più, ha avuto sempre, per il suo Figlio, un amore di vergine. è un amore umile, ancora; ma confidente, fedele, unico, colmo di caste familiarità, di attenzioni e di ardori rispettosi.
Ancora così deve essere l’amore del sacerdote per Gesù: un amore puro, disinteressato, fedele e fiducioso. è vero, il sacerdote non ha il candore ideale dell’Immacolata. Il suo cuore non ha la purezza di quello della Vergine Madre. Ma ha solo da attingere alle grazie del suo sacerdozio: vi troverà sorgenti di tenerezza verginale e di dedizione eroica.
Gesù vuol essere amato dal sacerdote come lo è stato dalla Vergine Maria, e ha racchiuso, nel privilegio del sacerdozio, grazie simili a quello che contiene il privilegio della maternità divina: grazie di unione intima e tutta particolare con lui; grazie di purezza; grazie di dedizione senza riserve.
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