
Il Giudizio.
1. È la sentenza che il Salvatore pronuncerà in fine della nostra vita, sentenza con cui sarà fissata la sorte di ciascuno per tutta l’eternità. Appena uscita l’anima dal corpo, subito comparirà davanti al Divin Giudice. La prima cosa che rende questa comparsa terribile all’anima del peccatore, si è il trovarsi sola al cospetto di un Dio disprezzato, di un Dio che conosce ogni segreto del nostro cuore, ogni nostro pensiero. E quali cose porteremo con noi? Porteremo quel tanto di bene e di male che avremo fatto in vita: Ut réferat unusquisque propria corporis, prout gessit, sive bonum, sive malum. Non si può trovare né scusa, né pretesto. S. Agostino parlando di questa tremenda comparsa dice: «Quando, o uomo, comparirai davanti al Creatore per essere giudicato avrai sopra di te un Giudice sdegnato; da un canto i peccati che ti accusano; dall’altro i demoni pronti ad eseguire la condanna; dentro una coscienza che ti agita e ti tormenta; al di sotto un inferno spalancato che sta per ingoiarti. In tali strette dove andrai, dove fuggirai?». Beato te, o figliuolo, se avrai operato bene in vita tua. Intanto il Giudice divino aprirà i libri della coscienza, e comincerà l’esame: Judicium sedit, et libri apérti sunt.
2. Dirà allora questo Giudice inappellabile: – Chi sei tu? – Sono un cristiano, – risponderai. – Bene, – egli ripiglierà, – se sei cristiano, vedrò se hai operato da cristiano. – Indi comincerà a rammentarti le promesse fatte nel S. Battesimo, colle quali rinunziasti al demonio, al mondo, alla carne; ti rammenterà le grazie che t’avrà concesse, i Sacramenti frequentati, le prediche, le istruzioni, gli avvisi dei confessori, le correzioni de’ parenti: ogni cosa ti verrà schierata dinanzi. – Ma tu, dirà il divin Giudice, a dispetto di tanti doni, di tante grazie, oh quanto male hai corrisposto alla tua professione di cristiano! Già nell’età in cui appena cominciavi a conoscermi, cominciasti a offendermi con bugie, con mancanze di rispetto in chiesa, con disobbedienze a’ tuoi genitori, e con molte altre trasgressioni de’ tuoi doveri. Almeno col crescere negli anni tu avessi meglio regolate le tue azioni; ma no, coll’età purtroppo crebbe in te anche il disprezzo alla mia legge. Messe perdute, profanazioni de’ giorni festivi, bestemmie, vigilie non osservate, Confessioni mal fatte, Comunioni talvolta sacrileghe, scandali dati a’ tuoi compagni: ecco quel che hai fatto invece di servirmi.
Verso lo scandaloso poi si volgerà tutto pieno di sdegno, dicendo: – Vedi quell’anima che cammina per la strada del peccato? Sei tu, che co’ tuoi discorsi scandalosi le insinuasti la malizia. Tu come cristiano dovevi col buon esempio insegnare a’ tuoi compagni la via del Paradiso; invece, tradendo il mio Sangue, hai loro insegnato la strada della perdizione. Vedi quell’anima laggiù nell’inferno? Sei tu che co’ tuoi perfidi consigli la togliesti a me per consegnarla al demonio: tu fosti causa della sua eterna perdizione. Ora vada l’anima tua per l’anima che hai fatto perdere col tuo scandalo: Répetam animam tuam pro anima illius.
Che te ne pare, figliuolo, di questo esame? Che cosa ti dice la tua coscienza? Sei ancora a tempo, se vuoi: chiedi perdono a Dio de’ tuoi peccati, con una sincera promessa di non peccar più; e comincia fin d’oggi una vita da buon cristiano, per prepararti un corredo di opere buone pel giorno in cui dovrai comparire davanti al tribunale di Gesù Cristo.
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