Il discernimento di Samuele

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Il profeta Samuele, come riportano le Scritture, “acquistò autorità poiché il Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole” (1 Sam 3, 19). Ma anche i profeti sono uomini in cammino. Saul “fu presentato al popolo: egli sopravanzava dalla spalla in su tutto il popolo. Samuele disse a tutta la folla: “Vedete dunque che l’ha proprio eletto il Signore, perché non c’è nessuno in tutto il popolo come lui” (1 Sam 10, 23-24). Samuele cerca di discernere in Dio ma è ancora, inconsapevolmente, influenzato da criteri terreni. Il cammino appunto, anche, in ciò, l’esperienza della riprovazione di Saul da parte di Dio, lo fanno maturare. E mica così facilmente. Il nostro ancora insiste su certe valutazioni di corto respiro, il cambiamento è in un più profondo, attento, ascolto di Dio, del cuore, degli altri, in Lui, che lo aiuta a superare le visuali della mentalità corrente. “Samuele vide Eliàb e disse: “Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!”  Il Signore rispose a Samuele: “Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore” (1 Sam 16, 6-7). “Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripetè a Iesse: “Il Signore non ha scelto nessuno di questi”. Samuele chiese a Iesse: “Sono qui tutti i giovani?”. Rispose Iesse: “Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge”. Samuele ordinò a Iesse: “Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui”. Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: “Alzati e ungilo: è lui!” (1 Sam 16, 10-12).

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