Un Flash running mob per riprenderci la notte

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Al grido di credicipuretu tre miniconcerti hanno fatto irruzione nella movida romana per dire che ci si può divertire in maniera sana e senza eccessi.

Un colpo all’anima, One, Salvami, Se non ami: quattro canzoni per tre mini concerti che sono letteralmente esplosi nel cuore della Movida romana.

In un Flash running mob (ispirato a uno dei linguaggi molto in voga tra i giovani, il Flash mob) la Band dei 70V7, su un Open bus, adattato a palco viaggiante, ha fatto irruzione in tre piazze di Roma (San Lorenzo, Campo de’ Fiori e Testaccio) per scompaginare in maniera del tutto imprevedibile e inaspettata, con le canzoni e alcuni messaggi, lo schema tipico della classica serata da sballo che caratterizza la Movida romana per proporre un modello positivo di vivere la notte. Un divertimento sano all’insegna del rispetto di se stessi, della sana relazionalità con l’altro, della condivisione, dell’apertura al dialogo, con l’obiettivo di suscitare riflessione, in questo tempo in cui dominano smarrimento, confusione e carenza di valori.

Nell’ambito dell’iniziativa “Riprendiamoci la notte”, questo del 14 settembre scorso, proposto dalla Odos Servizi, è stato il primo di una serie di eventi promossi e finanziati da Roma Capitale, realizzati con il contributo della Regione Lazio e del Dipartimento della Gioventù presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri , nell’ambito dei Piani locali Giovani, organizzati in collaborazione con le associazioni giovanili della Capitale.

Questa straordinaria avventura ha avuto inizio, alle ore 22.00, a Piazza dell’Immacolata (e non poteva esserci luogo migliore di questo, illuminato dalla presenza discreta di Maria), a San Lorenzo, quando nella penombra di una serata come tante altre, tra le chiacchiere fluidificate da birra, vino e in alcuni casi da spinelli e i barcollamenti sconclusionati di qualche giovane, ha fatto irruzione l’Open bus, che inaspettatamente e imprevedibilmente, all’accensione delle luci si è rivelato come un originalissimo palco mobile sul quale la Band dei 70V7 ha cominciato a suonare chitarre, batteria e pianoforte, mentre i cantanti, confusi e irriconoscibili in mezzo alla gente, riempivano della loro voce la piazza. A sostenere i concerti, della durata di circa 20 minuti ciascuno, i giovani del RnS Lazio che, accorsi per animare con il loro entusiasmo le piazze, si erano dispersi, mescolati (come il lievito nella pasta), in mezzo agli altri giovani.

La sorpresa e lo stupore di chi ha assistito all’evento sono stati grandi. Le canzoni, tutte molto conosciute e di forte significato, hanno improvvisamente fatto tacere parole e discorsi. La gente è uscita dai bar, è arrivata dalle strade circostanti. Nell’aria solo la musica e i versi per parlare di amore: «Insegnami ad amare come te e a essere migliore»; per annunciare che «noi siamo uno, ma non siamo gli stessi, dobbiamo sostenerci a vicenda», e ancora per affermare che «se non ami, non ti ami, non ci sei… tutto il resto sa proprio di inutile». Lo slogan credicipuretu ha dato vita ad alcune provocazioni lanciate dalla Band ai giovani: «credicipuretu che puoi riprenderti la notte…; credicipuretu che quando ami ci sei e ha senso quello che fai…».

Prima che l’Open bus riprendesse la sua strada verso le altre due piazze, dove si è raggiunto lo stesso incredibile effetto, i giovani del RnS hanno distribuito agli altri giovani un braccialetto con una piastrina recante la scritta di una pagina di Facebook: credicipuretu. Perché con questi concerti, che hanno attraversato la notte romana come un Flash di luce viva, positiva, si è inteso aprire soprattutto una porta di dialogo con i giovani. Sulla pagina di Facebook sono stati subito postati filmati e foto della serata, interviste flash, frasi e commenti. Molte sono state fin da subito le richieste di amicizia. Chissà se per qualcuno questo evento abbia davvero segnato l’inizio per riprendersi la notte e perché no, magari anche la vita!

Elena Dreoni

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