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AUGURI

6 aprile 2012

UN AUGURIO A TUTTI PER UNA SANTA PASQUA. LA LUCE DEL SIGNORE RISORTO CI DIA SEMPRE FORZA E CONOSCIMENTO DEL GIUSTO CAMMIN0

SIMONETTA

auguri

19 dicembre 2011

Auguro a tutti voi e alle vostre famiglie un bellissimo Natale. Il Signore ci accompagni tutti in questo nuovo anno

Simonetta

PENSIERO

27 Maggio 2011

“L’ubbidienza a Dio è l’unica maniera chiesta all’uomo per collaborare con Lui a salvare l’umanità e l’universo intero. ” (27.05.2011)


SERVI della SOFFERENZA – info@servidellasofferenza.org

Vangelo del giorno dalle letture della Messa (martedì 17 maggio 2011) con commento comunitario

17 Maggio 2011

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,22-30)

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

PENSIERO

26 aprile 2011

“La Pasqua è il passaggio universale dalla morte del peccato alla vita di Cristo. La barca per traghettare il passaggio è la conversione, i remi sono il pentimento e il perdono, l’approdo è la spiaggia della Nuova Alleanza per vivere la Vita Nuova del Risorto.” (24.04.2011)

SERVI della SOFFERENZA – info@servidellasofferenza.org

BREVE DISCORSO PEL GIORNO DI PASQUA

Dopo la giusta, doverosa e santa mestizia degli scorsi giorni sacri alla passione di Gesù Cristo, spunta la letizia di questa pasqua, anniversario della resurrezione di Cristo, ed eccita tutti noi, suoi seguaci, a sorgere spiritualmente alla grazia.

Resurrexit! Ecco il grido di giubilo che la Chiesa innalza in questo giorno da ogni angolo della terra e tutti i popoli cristiani, affratellandosi insieme, solennizzano in modo speciale questo santo giorno, rispondendo all’invito materno della Chiesa con le parole dell’apostolo s. Paolo. “Ita et nos in novitate vitae ambulemus”: risorgiamo noi pure in vita nuova, morigerata e santa 1.

E noi, signori miei, che abbiamo avuto questa grazia di essere una porzione di questo immenso stuolo di popoli, festeggiamo solennemente questo giorno. Ed io, vostro fratello in Gesù Cristo, prego tutti in questo giorno a porgere orecchio alle esortazioni ed auguri che sto per farvi.

La nostra Chiesa festeggia dunque, quest’oggi, la risurrezione di Gesù Cristo, suo sposo e nostro Redentore, e lo festeggia non coi sentimenti del mondo, ma con quelli degni di una sposa santissima, la quale vuole rimunerati i sacrifici che il suo sposo divino ha fatto per tutta l’umanità.

Perché Gesù Cristo si sacrificò alla morte? Per espiare le nostre colpe, mi risponde la fede. Perché risuscitò con tanto strepito di prodigi? Per testimoniarci il conseguimento della nostra redenzione. Nella morte di lui ci rammenta che eravamo morti pel peccato, nella sua risurrezione abbiamo invece un perfettissimo modello del nostro risorgimento alla grazia.

Siccome Gesù Cristo è risorto immortale alla vita di gloria, così, a dire con lo stesso S. Paolo, dobbiamo noi pure risorgere immortali alla vita di grazia, con fermo proposito di non voler mai più, per l’avvenire, soggiacere alla morte spirituale dell’anima. E veramente la vita di grazia, a cui siamo risorti, è di sua natura immortale, siccome immortale di sua natura è la vita di gloria, a cui Cristo è risorto: con questo solo divario che, se Cristo non può più morire alla sua vita di gloria, ciò è frutto di beata necessità; ma se noi non moriamo più alla vita di grazia, dev’essere merito d’elezione e del nostro studio costante.

Volevamo le regole di una rigorosa giustizia che, risorto, Cristo salisse subito glorioso alla destra del suo celeste Padre nel possesso dell’eterno gaudio, come proposto si era nel sostenere l’acerbissima morte di croce. E nondimeno, noi sappiamo benissimo che, per lo spazio di quaranta giorni, volle comparire risorto. Surrexit Dominus vere, et apparuit 2. E per che mai? Per stabilire, come dice s. Leone, con sì eccelso mistero le massime tutte della novella sua fede.

Riputò, quindi, non aver fatto abbastanza per la nostra edificazione se, dopo esser risorto, non fosse comparso. Dico questo per la nostra edificazione, perché non basta a noi il risorgere ad imitazione di Cristo, se, a sua imitazione non compariamo risorti, cambiati, e rinnovati nello spirito.

Questo pertanto, fratelli miei, è il sincero augurio che in questo giorno v’indirizzo. Iddio benedica e confermi i nostri buoni propositi, affinché il giorno della presente solennità perduri nella gioia delle vostre buone coscienze, nelle soddisfazioni dei vostri doveri, nella santificazione di voi stessi.

Questo studio, questo sforzo di perseverare nel bene, per quanto ci possa riuscire di sacrifizio, non ci parrà troppo lungo. Passeranno anche per noi questi quaranta giorni che mancano alla nostra salita al cielo. Non saranno giorni poi, ma saranno mesi, saranno forse anni: io vi auguro, o fratelli, una vita lunga e prosperosa, piena di benedizioni celesti e terrene. Ma, finalmente, questa vita finirà! Ed allora felici noi, se ci saremo assicurati la gioia di un felice passaggio all’eternità. Allora la nostra risurrezione sarà completa.

Non più pericoli di perdere la grazia di Dio, non più patimenti, non più morte, ma sempiterna vita con Gesù Cristo nel cielo. Piaccia al Signore di ratificare, con le sue benedizioni, questi miei voti; e sarò felice di avervi dimostrato come e quanto la vostra felicità mi stia a cuore quanto per essa mi adoperi, quanto costantemente per essa io preghi.

(P.Pio, Ep. IV)

note:

1 Rom 6, 4.

2 Cf. Lc 24, 34: “II Signore è veramente risorto ed apparve”.

 

AUGURI

21 aprile 2011

Tanti cari auguri a tutti.
Gesù ci aiuti a risorgere ogni giorno dalle nostre piccole cadute e a vivere nel “Suo abbraccio”.

Quaresima 2011

10 marzo 2011

Allego un libricino di dieci pagine redatte dalla Caritas di Roma sulle quattro domeniche di Quaresima per meditare il Vangelo e poter leggere alcune testimonianze
Buona Quaresima a tuttiQuaresima di carità

23 FEBBRAIO – SAN POLICARPO

23 febbraio 2011

Nato a Smirne nell’anno 69 «fu dagli Apostoli stessi posto vescovo per l’Asia nella Chiesa di Smirne». Così scrive di lui Ireneo, suo discepolo e vescovo di Lione in Gallia. Policarpo viene messo a capo dei cristiani del luogo verso il 100. Nel 107 è testimone del passaggio per Smirne di Ignazio, vescovo di Antiochia, che va sotto scorta a Roma dove subirà il martirio. Policarpo lo ospita e più tardi Ignazio gli scriverà una lettera divenuta poi famosa. Nel 154 Policarpo va a Roma per discutere con papa Aniceto sulla data della Pasqua. Dopo il suo ritorno a Smirne scoppia una persecuzione. L’anziano vescovo (ha 86 anni) viene portato nello stadio, perché il governatore romano Quadrato lo condanni. Policarpo rifiuta di difendersi davanti al governatore, che vuole risparmiarlo, e alla folla, dichiarandosi cristiano. Verrà ucciso con la spada. Sono circa le due del pomeriggio del 23 febbraio 155.

14 febbraio – Santi Cirillo, monaco e Metodio, vescovo – Patroni d’Europa

14 febbraio 2011

Cirillo e Metodio, fratelli nel sangue e nella fede, nati a Tessalonica (attuale Salonicco, Grecia) all’inizio del sec. IX, evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia. Crearono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua la Scrittura e anche i testi della liturgia latina, per aprire ai nuovi popoli i tesori della parola di Dio e dei Sacramenti. Per questa missione apostolica sostennero prove e sofferenze di ogni genere. Papa Adriano II accreditò la loro opera, confermando la lingua slava per il servizio liturgico. Cirillo morì a Roma il 14 febbraio 869. Giovanni Paolo II con la lettera apostolica “Egregiae virtutis” del 31 dicembre 1980 li ha proclamati, insieme a San Benedetto abate, patroni d’Europa.

11 febbraio – GIORNATA DEL MALATO

11 febbraio 2011

Maria, madre dei deboli e dei piccoli,
di quelli che soffrono e che sono soli,
di coloro che sono malati
e attendono di essere curati
con amore e competenza.

Maria, madre di tutti gli uomini,
di chi ha bisogno di aiuto
nelle proprie condizioni di fragilità
e di coloro che sono chiamati a prendersene cura.

Grazie per averci dato Gesù Cristo:
medico del corpo e dello spirito,
nome e certezza della nostra speranza,
Buon Samaritano che si china
sulle nostre ferite per risanarle.

A te, Maria, con fiducia filiale,
chiediamo di intercedere presso il tuo Figlio,
perchè, in qualsiasi condizione
di fragilità e di sofferenza,
ogni persona si senta amata,
curata e accompagnata
in un cammino aperto alla speranza,
che è data a tutti noi
dal Signore risorto.

PREGHIERE ALLO SPIRITO SANTO

20 gennaio 2011

O Spirito di luce,
donaci una grande LUCE.

E’ luce la presenza del Signore
che cammina al nostro fianco
nella trama misteriosa
delle nostre giornate.

E’ luce la sua promessa,
che ci fa credere che ogni desiderio
di bene, di tranquillità, di pace
che vive nel nostro cuore
si realizzerà, e non saremo più
in balia delle nostre paure
e delle incertezze.

E’ luce la Parola, che ci svela
un altro volto della realtà
e della vita,
e ci invita a cercare la felicità
nel legame profondo
e trasfigurante con il Signore
della pace e della gioia.

E’ parola che chiama
e che, come ai discepoli,
fa intravedere un altro traguardo
per la propria esistenza:
quello che si snoda dietro ai passi
del Signore.

MISTERI GLORIOSI

17 gennaio 2011

TERZO MISTERO – DISCESA DELLO SPIRITO SANTO SU MARIA E GLI APOSTOLI NEL CENACOLO

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Gli apostoli erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui. Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi. (At 1,14;2,1-4).

Questo mistero, in cui contempliamo la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli raccolti in preghiera con Maria nel cenacolo, ci spinge a rivolgerci più spesso allo Spirito Santo, ad amarlo di più, ad invocarlo prima della messa, della meditazione e all’inizio della preghiera, perché ci aiuti ad “andare in profondità”. Ma ci spinge anche ad accogliere con gioia la presenza di Maria in mezzo a noi. Quando i discepoli erano riuniti con Maria discese lo Spirito Santo che li investì in modo veemente ed essi pronunciarono parole di vita con una forza così travolgente da convincere migliaia di uomini a seguire Gesù. E battezzarono ed edificarono la Chiesa. Ma essi, come sottolinea la Scrittura, erano con Maria, insieme con lei. Era lei la presenza dell’amore, di un amore nuovo. Se noi ci amassimo fra cristiani come se vi fosse Maria, la Madre nostra, fra noi, credo che avremmo una maggiore comprensione della Parola di Dio predicataci dai seguaci degli Apostoli, ed essa penetrerebbe in noi come negli altri così fortemente da scatenare attorno a noi la rivoluzione cristiana…; perché, diciamolo pure, troppo si dormicchia e si bivacca e ci si trastulla in mille vanità, spacciandoci per cristiani, mentre la rivoluzione dell’odio invade il mondo. (Chiara Lubich)

PREGHIERA DI DUE GENITORI

14 gennaio 2011

Figlio, Figlia, se un giorno sei stato battezzato
Non fu per importi dei compiti gravosi
Né per costringere la tua libertà.

E’ perché tu non dimentichi che c’è Uno
che da sempre ti ha conosciuto e amato
e che ti considera un tesoro prezioso;

è perché nel corso dei tuoi giorni
tu sia guidato dalla Sua forza,
che è più grande delle forze umane;

è perché con il suo aiuto
tu possa essere speranza, gioia e pace
per chiunque farà la strada con te,

e tu sappia riconoscere il Suo volto
in tutti i tuoi compagni di cammino.

Giovedì – Misteri della Luce

14 gennaio 2011

Quinto mistero della luce. Gesù istituisce l’Eucaristia

Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati (Mt 26, 26-28)

 

Vergine Madre, Tu che hai saputo guardare Gesù e penetrare fino alle profondità più intime della sua persona, insegnaci a guardarlo a lungo nell’Ostia dove è presente. Facci penetrare nell’intimo di questo fuoco di amore, comprendere fino a qual punto Gesù si offre a noi pieno di tenerezza e di misericordia.

Giovedì – Misteri della Luce

13 gennaio 2011

Quarto Mistero – La Trasfigurazione
«Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante… Venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce che diceva: “Questi è il figlio mio, l’eletto ascoltatelo”. Appena la voce cessò, Gesù restò solo.» (Lc 9, 28-29 34-36).

In questo mistero il Padre acredita Gesù agli apostoli perchè lo ascoltino e si dispongano a vivere con Lui la Passione, come via alla Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito.

Maria, ottienici di vivere con lo sguardo sempre rivolto a Cristo e di ascoltare la sua voce in attesa di poterlo contemplare nella gloria del Cielo.

Martedì. Misteri dolorosi

11 gennaio 2011

Secondo mistero – la flagellazione di Gesù

Dal Vangelo secondo Marco.

I sommi sacerdoti sobillarono la folla perché Pilato rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Mc 15, 11-15).

(Caravaggio)

“Sbucciando la sofferenza troverai il più bel frutto da mangiare: Gesù. La sofferenza è come il pane di frumento consacrato che nasconde Gesù e i suoi doni. La sofferenza genera l’umiltà, che fa volgere gli occhi di Dio su chi è nel dolore.” (11.1.2011 – Servi della Sofferenza)

Lunedì – Misteri Gaudiosi

10 gennaio 2011

Secondo mistero gaudioso. La visita di Maria ad Elisabetta.

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata in casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu tra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1, 39-45).

Maria donna gestante.
Santa Maria, donna gestante, creatura dolcissima, scrigno di tenerezza entro cui è venuto a rinchiudersi Colui che i Cieli non riescono a contenere, aiutaci ad accogliere come dono ogni creatura che si affaccia in questo mondo. Non c’è ragione che giustifichi il rifiuto. Non c’è violenza che legittimi violenza. Non c’è programma che non possa saltare di fronte al miracolo di una vita che germoglia.
Santa Maria, donna gestante, grazie perché, se Gesù l’hai portato nel grembo nove mesi, noi ci stai portando tutta la vita. Donaci le tue fattezze. Modellaci sul tuo volto. Trasfondici i lineamenti del tuo spirito.
(Don Tonino Bello)

PENSIERI DEI BAMBINI SUL NATALE

15 dicembre 2010

Caro Gesù Bambino, i miei compagni di scuola scrivono tutti a Babbo Natale, ma io non mi fido di quello. Preferisco te.
Sara

Caro Gesù, sei davvero invisibile o è solo un trucco?
Giovanni

Caro Gesù, Don Mario è un tuo amico oppure lo conosci solo per lavoro?
Antonio

Caro Gesù, mi piace tanto il padrenostro. Ti è venuta subito o l’hai dovuta fare tante volte? Io quello che scrivo lo devo rifare un sacco di volte.
Andrea

Caro Gesù, come mai non hai inventato nessun nuovo animale negli ultimi tempi? Abbiamo sempre i soliti
Laura

Caro Gesù, per favore metti un altro po’ di vacanza fra Natale e Pasqua. In mezzo adesso non c’è niente.
Marco

Caro Gesù Bambino, per piacere mandami un cucciolo. Non ho mai chiesto niente prima, puoi controllare
Bruno

Caro Gesù, forse Caino e Abele non si ammazzavano tanto se avessero avuto una stanza per uno. Con mio fratello funziona.
Lorenzo

Caro Gesù, a carnevale mi travestirò da diavolo, ciai niente in contrario?
Michela

Caro Gesù, tu che vedi tutto mi dici chi mi ha nascosto l’astuccio?
Marco

Caro Gesù, mi chiamo Andrea e il mio fisico è basso, magrino, ma non debole. Mio fratello dice che ho una faccia orrenda, ma sono contento perché così
non avrò quelle mogli che stanno sempre tra i piedi a fare pettegolezzi.
Andrea

Caro Gesù, abbiamo studiato che Tommaso Edison ha inventato la luce. Ma al catechismo dicono che sei stato tu. Per me lui ti ha rubato l’idea.
Daria

Caro Gesù Bambino, grazie per il fratellino. Ma io veramente avevo pregato per un cane.
Gianluca

Caro Gesù, non credo che ci possa essere un Dio meglio di te. Bè, volevo solo fartelo sapere ma non è che te lo dico perché sei Dio.
Valerio

Caro Gesù, i cattivi ridevano di Noè, stupidino, ti sei fatto un’arca sulla terra asciutta. Ma lui è stato furbo a mettersi con tuo padre, anche io
farei così.
Edoardo

Caro Gesù, lo sai che mi piace proprio come hai fatto la mia fidanzata Simonetta?
Matteo

Caro Gesù, la storia che mi piace di più è quella dove cammini sulle acque. Te ne sei inventate di belle. La mia seconda preferita è quella dei pani e
dei pesci.
Antonella

Caro Gesù, se te non facevi stinguere i dinosauri noi non ci avevamo il posto, hai fatto proprio bene
Maurizio

Caro Gesù Bambino, non comprare i regali nel negozio sotto casa, la mamma dice che sono dei ladri. Molto meglio l’outlet.
Lucia

BUON NATALE A TUTTI VOI

PREGHIERA

9 dicembre 2010

 

(Anonimo)

Signore Gesù,
tu sei i miei giorni,
non ho altri che te nella mia vita.
Quando troverò
un qualcosa che mi aiuta,
te ne sarò immensamente grato;
però, Signore, quand’anche fossi solo,
quand’anche non ci fosse nulla
che mi dà una mano,
non ci fosse neanche un fratello di fede
che mi sostiene,
tu, o Signore, mi basti,
con te ricomincio da capo,
ogni giorno ricomincio,
o posso ricominciare.
Tu mi basti, Signore:
il mio cuore, il mio corpo, la mia vita,
nel suo normale modo di vestire,
di alimentarsi, di desiderare
è tutta orientata a te.
Io vivo nella semplicità
e nella povertà di cuore;
non ho una famiglia mia,
perché tu sei la mia casa,
la mia dimora, il mio vestito, il mio cibo,
tu sei il mio Desiderio.

Novena all’Immacolata

29 novembre 2010

1° GIORNO:
INVOCAZIONE D’AIUTO A MARIA
O Vergine Immacolata, primo e soave frutto di salvezza, noi ti ammiriamo e con Te celebriamo le grandezze del Signore che ha fatto in Te mirabili prodigi.
Guardando Te, noi possiamo capire ed apprezzare l’opera sublime della Redenzione e possiamo vedere nel loro risultato esemplare le ricchezze infinite che Cristo, con il Suo Sangue, ci ha donato.
Aiutaci, o Maria, ad essere, come Te, salvatori insieme con Gesù di tutti i nostri fratelli. Aiutaci a portare agli altri il dono ricevuto, ad essere “segni” di Cristo sulle strade di questo nostro mondo assetato di verità e di gloria, bisognoso di redenzione e di salvezza. Amen.
3 Ave Maria

2° GIORNO:
TI SALUTO, O MARIA.
Ti saluto, O Maria, tutta pura, tutta irreprensibile e degna di lode.
Tu sei la corredentrice, la rugiada del mio arido cuore, la serena luce della mia mente confusa, la riparatrice di tutti i miei mali.
Compatisci, o purissima, l’infermità dell’anima mia.
Tu puoi ogni cosa perché sei la Madre di Dio; a Te nulla si nega, perché sei la Regina. Non disprezzare la mia preghiera e il mio pianto, non deludere la mia attesa. Piega il Figlio tuo in mio favore e, finchè durerà questa vita, difendimi, proteggimi, custodiscimi.
3 Ave Maria

3° GIORNO:
OTIENIMI UN CUORE FEDELE.
Santa Maria, Madre di Dio, conservami un cuore di fanciullo, puro e limpido come acqua di sorgente. Ottienimi un cuore semplice che non si ripieghi ad assaporare le proprie tristezze: un cuore magnanimo nel donarsi, facile alla compassione; un cuore fedele e generoso, che non dimentichi alcun bene e non serbi rancore di alcun male.
Formami un cuore dolce e umile che ami senza esigere di essere riamato; un cuore grande e indomabile così che nessuna ingratitudine lo possa chiudere e nessuna indifferenza lo possa stancare; un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo, ferito dal suo grande amore con una piaga che non rimargini se non in Cielo.
3 Ave Maria

4° GIORNO:
AIUTACI, O MADRE.
Regina nostra, inclita Madre di Dio, ti preghiamo: fa’ che i nostri cuori siano ricolmi di grazia e risplendano di sapienza. Rendili forti con la tua forza e ricchi di virtù. Su noi effondi il dono della misericordia, perché otteniamo il perdono dei nostri peccati. Aiutaci a vivere così da meritare la gloria e la beatitudine del Cielo.
Questo ci conceda Gesù Cristo, tuo Figlio, che ti ha esaltata al di sopra degli Angeli, ti ha incoronata Regina, e ti ha fatto assidere in eterno sul fulgido trono. A Lui onore e gloria nei secoli. Amen. S. Antonio di Padova
3 Ave Maria

5° GIORNO:
SALVACI, O MARIA!
O Vergine, bella come la luna, delizia del Cielo, nel cui volto guardano i beati e si specchiano gli Angeli, fa’ che noi, tuoi figli, ti assomigliamo, e che le nostre anime ricevano un raggio della tua bellezza che non tramonta con gli anni, ma che rifulge nell’eternità.
O Maria, Sole del Cielo, risveglia la vita dovunque è la morte e rischiara gli spiriti dove sono le tenebre. Rispecchiandoti nel volto dei tuoi figli, concedi a noi un riflesso del tuo lume e del tuo fervore.
Salvaci, o Maria, bella come la luna, fulgida come il sole, forte come un esercito schierato, sorretto non dall’odio, ma dalla fiamma dell’amore. Amen.
3 Ave Maria

6° GIORNO:
TU, O MARIA.
Ave Maria! Piena di grazia, più Santa dei Santi, più elevata dei cieli, più gloriosa degli Angeli, più venerabile di ogni creatura. Ave, celeste Paradiso! Tutto fragranza, giglio che olezza soave, rosa profumata che si schiude alla salute dei mortali.
Ave, tempio immacolato di Dio costruito santamente, adorno di divina magnificenza, aperto a tutti, oasi di mistiche delizie.
Ave purissima! Vergine Madre!
Degna di lode e di venerazione, fonte d’acque zampillanti, tesoro d’innocenza, splendore di santità. Tu, o Maria, guidaci al porto della pace e della salvezza, a gloria di cristo che vive in eterno con il Padre e con lo Spirito Santo. Amen.
San Germano
3 Ave Maria

7° GIORNO:
RICORDATI DEI TUOI FIGLI.
O Vergine Maria, Madre della Chiesa, a Te raccomandiamo la Chiesa tutta. Tu che sei chiamata “aiuto dei Pastori”, proteggi e assisti i vescovi nella loro missione apostolica, e quanti, sacerdoti e religiosi, laici, li aiutano nella loro ardua fatica.
Ricordati di tutti i tuoi figli; avvalora presso Dio le loro preghiere; conserva salda la loro fede; fortifica la loro speranza; aumenta la carità.
Ricordati di coloro che versano nelle tribolazioni, nelle necessità, nei pericoli; ricordati di coloro soprattutto che soffrono persecuzioni e si trovano in carcere per la fede. A costoro, o Vergine, concedi la forza e affretta il sospirato giorno della giusta libertà.
3 Ave Maria

8° GIORNO:
O PADRE MISERICORDIOSO
O Padre di misericordia, datore di ogni bene, noi ti ringraziamo perché dalla nostra stirpe umana hai eletto la beata Vergine Maria ad essere Madre del Figlio tuo fatto Uomo. Ti ringraziamo perché l’hai preservata da ogni peccato, l’hai riempita di ogni dono di grazia, l’hai congiunta all’opera di redenzione del tuo Figlio e l’hai assunta in anima e corpo al Cielo.
Ti preghiamo, per sua intercessione, di poter realizzare la nostra vocazione cristiana, di crescere ogni giorno nel tuo amore e di venire con Lei a godere per sempre nel tuo regno beato. Amen,
3 Ave Maria

9° GIORNO:
CHINATI SU DI NOI.
Ascolta, o prediletta da Dio, l’ardente grido che ogni cuore fede innalza verso di Te. Chinati sulle nostre piaghe doloranti. Muta le menti dei malvagi, asciuga le lacrime degli afflitti e degli oppressi, custodisci il fiore della purezza nei giovani, proteggi la Chiesa santa, fa’ che gli uomini tutti sentano il fascino della cristiana bontà…
Accogli, o Madre dolcissima, le nostre umili suppliche e ottienici soprattutto che possiamo un giorno ripetere dinanzi al tuo trono l’inno che si leva oggi sulla terra intorno ai tuoi altari: tutta bella sei, o Maria! Tu gloria, Tu letizia, Tu onore del nostro popolo. Amen.
3 Ave Maria

GIOVANNI PAOLO II ANGELUS Domenica, 9 novembre 1986

9 novembre 2010

1. Oggi la Chiesa celebra la festa della Dedicazione della basilica Lateranense, “omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput” (“madre e capo di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe”), la cattedrale di Roma, fatta costruire dall’imperatore Costantino e inizialmente dedicata al santissimo Salvatore, e poi, sotto il pontificato di san Gregorio Magno, intitolata anche ai santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, a ciascuno dei quali era consacrato un oratorio annesso al battistero.

La Basilica del Laterano, coi palazzi adiacenti, fu per molti secoli sede abituale del Vescovo di Roma. In essa si tennero cinque Concili ecumenici, tra i quali nel 1215, sotto il papa Innocenzo III, il Lateranense IV, considerato dagli storici il Concilio più importante del medioevo. Per mille anni la storia di Roma cristiana gravitò intorno a tale basilica, che papi, imperatori, re e fedeli adornarono via via di preziosi donativi e di splendide opere d’arte, segno della loro intensa fede in Cristo.

2. Nel ricordo della iniziale dedicazione della cattedrale di Roma a Gesù Salvatore del mondo, la festività liturgica odierna ci invita a meditare su uno dei misteri fondamentali della rivelazione cristiana: Gesù di Nazaret, Messia, Signore, Figlio di Dio, è colui che ha portato la salvezza totale e definitiva agli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi! Nella sua vita pubblica Gesù si rivela come salvatore anzitutto mediante i miracoli operati a favore degli infermi, lebbrosi, ciechi, muti, storpi e perfino di morti, che egli richiama alla vita. Gesù tuttavia fa comprendere che questi suoi prodigi, questi gesti di misericordia verso i malati devono essere intesi come atti che rimandano al di là della semplice salvezza corporale. Gesù porta agli uomini una salvezza ben più profonda e radicale: egli afferma di essere venuto per “salvare ciò che era perduto” a causa del peccato; per “salvare il mondo e non per condannarlo” (cf. Lc 9, 56; 19, 10; Gv 3, 17; 12, 47).

3. Dinanzi a Cristo Salvatore, l’uomo è chiamato a una scelta decisiva, da cui dipende la sua sorte eterna. Alla scelta di fede da parte dell’uomo corrisponde, da parte di Dio, il dono della redenzione e della vita eterna.

A Cristo, Uomo–Dio, Redentore dell’uomo e della storia, va oggi la nostra umile adorazione e la nostra ardente preghiera perché l’umanità intera accolga la salvezza, che egli offre, la liberazione, che egli promette. E chiediamo anche, per noi e per tutti, l’intercessione della sua santissima Madre, mentre recitiamo la preghiera che ci ricorda l’Incarnazione del Verbo.

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Agli agricoltori

Desidero ora rivolgere un cordiale saluto ai coltivatori della terra, i quali celebrano in questa domenica la Giornata del ringraziamento al Signore per l’efficace aiuto, con cui ha reso fecondo il loro lavoro. Nell’esistenza cristiana il sentimento della gratitudine è fondamentale. In esso il credente riconosce Dio come creatore e datore di ogni bene, offrendogli i frutti delle sue fatiche e la propria persona, e contribuendo così a elevare il mondo verso di lui. Mi è caro condividere con i lavoratori dei campi la gioia e la soddisfazione, che provengono dal vedere i buoni risultati del loro lavoro nella consapevolezza di aver portato a termine un’opera utile alla società. Mentre mi unisco al loro rendimento di grazie, auspico che ciascuno sappia rendere grazie per quel che è e per quel che ha al Signore e alla sua Provvidenza. La benedizione apostolica sostenga tutti, così che ai benefici divini corrispondano sempre generosi propositi di vita cristiana.

VIA CRUCIS (tratta dal diario di Santa Faustina Kowalska)

5 novembre 2010

Prima di meditare sulla Passione di Gesù, riconosciamoci umilmente peccatori dinanzi a Dio.
Preghiera introduttiva:

Signore Misericordioso, mio Maestro, Voglio seguirTi fedelmente, Voglio imitarTi nella mia Vita in modo sempre più perfetto. Per questo Ti chiedo di concedermi attraverso la meditazione della Tua Passione la grazia di una sempre maggiore comprensione dei misteri della vita spirituale. Maria, Madre di Misericordia, sempre fedele a Cristo, conducimi sulla via della Pas¬sione dolorosa di Tuo Figlio e intercedi per me le grazie necessarie perché questa Via Crucis sia fruttuosa.
Stazione I – Gesù condannato dal Sinedrio.
Gesù: «Non meravigliarti se qualche volta vieni sospettata ingiustamente. Io per primo, per amor tuo, ho bevuto quel calice di sofferenze ingiuste. Quando ero davanti ad Erode, imploravo per te la grazia, che tu sappia innalzarti sopra il disprezzo umano e sappia seguire fedelmente le Mie orme».
Gesù misericordioso, aiutami a saper accettare ogni giudizio umano e non lasciare che mai Ti condanni a morte nella persona del mio prossimo. Padre nostro.
Stazione II – Gesù prende la croce sulle spalle.
Gesù: «Non aver paura delle sofferenze. Io sono con te. Quanto più ami la sofferenza, tanto più puro sarà il tuo amore verso di Me»
Gesù misericordioso, insegnami ad apprezzare la fatica della vita, la malattia, ogni sofferenza e a portare con amore questa croce quotidiana. Padre nostro.
Stazione III – Gesù cade per la prima volta.
Gesù: «Le colpe involontarie delle anime non impediscono il Mio amore (..) né Mi sono d’ostacolo nell’unirMi ad esse; invece, le colpe anche quelle più piccole, ma volontarie, ostacolano le Mie grazie, e non posso colmare tali anime dei Miei doni».
Gesù misericordioso, proteggimi da ogni, anche la più piccola, ma Volontaria e consapevole infedeltà. Padre nostro.

Stazione IV – Gesù incontra sua Madre.
Gesù: «Sebbene tutte le opere che sorgono per Mia volontà siano esposte a grandi sofferenze, tuttavia considera se ce n’è stata mai qualcuna di esse esposta a maggiori ostacoli dell’opera direttamente Mia, l’opera della Redenzione. «Non devi preoccuparti troppo delle contrarietà».
Maria, Madre di Misericordia, stai accanto a me sempre, soprattutto nella sofferenza, così come stavi sulla Via Crucis di Tuo Figlio. Padre nostro.
Stazione V – Gesù è aiutato da Simone di Cirene a portare la croce.
Gesù: «Permetto (…) le contrarietà per aumentare i suoi meriti. Do la ri¬ompensa non per il risultato positivo, ma per la pazienza e la fatica sopportata per Me».
Gesù, mio Signore, che ogni pensiero, parola, azione siano fatte solo per amore Tuo. Purifica le mie intenzioni. Padre nostro.
Stazione VI – Veronica asciuga il volto di Gesù.
Gesù: «Sappi che tutto ciò che fai di buono per qualsiasi anima lo accetto come se lo avessi fatto a Me stesso».
Signore Gesù, mio Maestro, fa’ che i miei occhi, le mie mani, le mie labbra, il mio cuore…siano misericordiosi. Trasformami in misericordia. Padre nostro.
Stazione VII – Gesù cade per la seconda volta.
Gesù: «La causa delle tue cadute dipende dal fatto che conti troppo su te stes¬a e ti appoggi troppo poco su di Me. Sappi che da sola non puoi fare nulla. Senza un Mio aiuto particolare, non sei nemmeno capace di ricevere le Mie grazie».
Che la Tua grazia mi fortifichi, o Signore, affinché io non cada sempre negli stessi errori; e quando cadrò, aiutami a rialzarmi e a cantare la Tua misericordia. Padre nostro.
Stazione VIII – Gesù incontra le donne di Gerusalemme.
Gesù: «Oh, quanto Mi é gradita la fede viva! Desidero che nel momento presente ci sia in voi più fede».
Signore Misericordioso, Ti ringrazio per il santo Battesimo e la grazia della fede. Di nuovo grido: Signore, credo in Te, rafforza la mia fede! Padre nostro.
Stazione IX – Gesù cade per la terza volta.
Gesù: «Sappi che l’ostacolo più grande alla santità è lo scoraggiamento e l’inquietudine ingiustificata, che ti toglie la possibilità di esercitarti nelle virtù. (.) Io sono sempre disposto a perdonarti. Ogni volta che Me lo chiedi, esalti la Mia misericordia».
Signore Misericordioso, Ti offro ciò che è soltanto mio, cioè il peccato e la debolezza umana. Ti supplico che la mia miseria scompaia nella Tua infinita misericordia. Padre nostro.
Stazione X – Gesù spogliato delle vesti.
Gesù: «La sposa deve essere simile al suo Sposo».
Gesù silenzioso e dal Cuore umile, trasforma il mio cuore secondo il Tuo. Padre nostro.

Stazione XI – Gesù è crocifisso.
Gesù: «Mia discepola, abbi un grande amore per coloro che ti fanno soffrire, fa, del bene a coloro che ti odiano».
O Amore purissimo, regna totalmente nel mio cuore e fammi amare ciò che supera la misura umana. Padre nostro.
Stazione XII – Gesù muore sulla croce.
Gesù: «Tutto questo per la salvezza delle anime. Rifletti, figlia Mia, su quello che fai tu per la salvezza delle anime».
Gesù, Salvatore mio, nascondimi nel profondo del Tuo Cuore, perché rafforzata dalla Tua grazia possa rendermi simile a Te nell’amore della Croce e possa partecipare alla Tua gloria. Padre nostro.
Stazione XIII – Gesù è deposto dalla croce.
Gesù: «L’anima che Mi è più cara è quella che crede fermamente nella Mia bontà ed ha piena fiducia in Me: le ricambio la Mia fiducia e le do tutto quello che chiede».
Gesù Misericordioso, aumenta ogni giorno in me la fiducia nella Tua misericordia, perché sempre e ovunque io possa testimoniare la Tua infinita bontà e amore. Padre nostro.
Stazione XIV – Gesù è deposto nel sepolcro.
Gesù: «Ancora non sei nella patria, perciò và, fortificata dalla Mia grazia e combatti per il Mio regno nelle anime umane, combatti come figlia del Re e ricordati che i giorni dell’esi¬lio passeranno presto e con essi la possibilità di acquistare meriti per il cielo. (..) Da te Mi aspetto un gran numero di anime, che glorificheranno la Mia misericordia per tutta l’eternità».
Fa’, o Signore misericordioso, che nessuna delle anime che mi hai affidato perisca. Padre nostro.
Preghiera dopo la Via Crucis:
O mio Gesù, unica mia speranza, Ti ringrazio per questo grande libro, che hai aperto davanti agli occhi della mia anima. Il grande libro è la Tua Passione affrontata per amor mio. Da questo libro ho imparato come amare Dio e le anime. In esso sono racchiusi (…) inesau¬ribili tesori. O Gesù, quanto sono poche le anime che Ti comprendono nel Tuo martirio d’amore! (…) Felice l’anima che ha capito l’amore del Cuore di Gesù!
Alla fine: Padre nostro, Ave Maria, Gloria. (Secondo le intenzioni del Sommo Pontefice).

PREGHIERA PER LE ANIME DEL PURGATORIO

29 ottobre 2010

Questa preghiera, confermata dai papi Adriano VI, Gregorio XII e Paolo VI, recitata 33 volte il venerdì santo, libera 33 anime del purgatorio, recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5.
“Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue.
Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me.
Ti adoro, o Croce Santa, per amore di Colui che è il mio Signore”

BEATA VERGINE MARIA DEL ROSARIO

7 ottobre 2010

Il Rosario è, nato dall’amore dei cristiani per Maria in epoca medioevale, forse al tempo delle crociate in Terrasanta. L’oggetto che serve alla recita di questa preghiera, cioè la corona, è di origine molto antica. Gli anacoreti orientali usavano pietruzze per contare il numero delle preghiere vocali. Nei conventi medioevali i fratelli laici, dispensati dalla recita del salterio per la scarsa familiarità col latino, integravano le loro pratiche di pietà con la recita dei “Paternostri”, per il cui conteggio S. Beda il Venerabile aveva suggerito l’adozione di una collana di grani infilati a uno spago. Poi, narra una leggenda, la Madonna stessa, apparendo a S. Domenico, gli indicò nella recita del Rosario un’arma efficace per debellare l’eresia albigese.
Nacque così la devozione alla corona del rosario, che ha il significato di una ghirlanda di rose offerta alla Madonna. Promotori di questa devozione sono stati infatti i domenicani, ai quali va anche la paternità delle confraternita del Rosario. Fu un papa domenicano, S. Pio V, il primo a incoraggiare e a raccomandare ufficialmente la recita del Rosario, che in breve tempo divenne la preghiera popolare per eccellenza, una specie di “breviario del popolo”, da recitarsi la sera, in famiglia, poiché si presta benissimo a dare un orientamento spirituale alla liturgia familiare.
Quelle “Ave Maria” recitate in famiglia sono animate da un autentico spirito di preghiera: “E mentre si propaga la dolce e monotona cadenza delle “Ave Maria”, il padre o la madre di famiglia pensano alle preoccupazioni familiari, al bambino che attendono o ai problemi che già pongono i figli più grandi. Questo insieme di aspetti della vita familiare subisce allora l’illuminazione del mistero salvifico del Cristo, e viene spontaneo affidarlo con semplicità alla madre del miracolo di Cana e di tutta quanta la redenzione” (Schillebeeckx).
La celebrazione della festività odierna, istituita da S. Pio V per commemorare la vittoria riportata nel 1571 a Lepanto contro la flotta turca (inizialmente si diceva “S. Maria della Vittoria”), il giorno 7 ottobre, che in quell’anno cadeva di domenica, venne estesa nel 1716 alla Chiesa universale, e fissata definitivamente al 7 ottobre da S. Pio X nel 1913. La “festa del santissimo Rosario”, com’era chiamata prima della riforma del calendario del 1960, compendia in certo senso tutte le feste della Madonna e insieme i misteri di Gesù, ai quali Maria fu associata, con la meditazione di quindici momenti della vita di Maria e di Gesù.

PREGHIERA PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DEI NEMICI DELLA GIOIA

27 settembre 2010

Liberaci, o Signore, dai nemici della nostra gioia;
dal demonio, che sfrutta tutto ciò che
fomenta la tristezza;
dal mondo, con i suoi principi, la sua logica
e le sue illusioni;
dall’amor proprio, con la sua suscettibilità
e con la sua inanità;
dalla carne, con le sue inclinazioni basse;
dal disordine delle nostre azioni;
dalla fretta, dalla gelosia, dal desiderio di primeggiare, dalle discussioni inutili,
dalle preoccupazioni e dalle idee vane,
dalla confusione e dalla mancanza di ordine,
dalle mire egoistiche, dal timore, dalla diffidenza, da ogni paura,
dall’impazienza, dalla noia, dagli amori disordinati, dall’invidia.
Amen

IL SANTO DEL GIORNO

16 agosto 2010

SANTO STEFANO D’UNGHERIA Re

Di nobilissima famiglia, egli ricevette da bambino una profonda educazione cristiana. Consacrato re d’Ungheria nella notte di Natale dell’anno mille con il titolo di “re apostolico”, organizzò non solo la vita politica del suo popolo, riunendo le 39 contee in unico regno, ma anche quella religiosa gettando le fondamenta di una solida cultura cristiana. Egli divise il territorio in diocesi, eresse chiese monasteri, fra cui quello famoso di San Martino di Pannonhalma, ed appoggiò il clero servendosi come collaboratori di Benedettini di Cluny. Aveva sposato una principessa, Gisella di Baviera, che lo sostenne nella sua opera e che alla sua morte si richiuse nel monastero benedettino di Passau.

SALUTI

16 agosto 2010

Questa settimana non sarò a Roma e mando un caro saluto a tutti gli scrittori e frequentatori del sito con i quali rimarrò unita nella preghiera

IL SANTO DEL GIORNO

13 agosto 2010

SANTI PONZIANO E IPPOLITO martiri – 13 agosto

Ponziano, dell’antica e nobile famiglia dei Calpurni, venne eletto papa nel 230, durante l’impero del mite e saggio Alessandro Severo, la cui tolleranza in fatto di religione permise alla Chiesa di riorganizzarsi. Ma proprio in questa parentesi di pace avvenne nella Chiesa di Roma la prima funesta scissione che contrappose al legittimo pontefice un antipapa, nella persona di quell’Ippolito, restituito da un provvidenziale martirio all’unità e alla santità. Ippolito, sacerdote, colto e austero, poco incline all’indulgenza e timoroso che in ogni riforma si celasse l’errore, era giunto ad accusare di eresia lo stesso pontefice S. Zefirino e il diacono Callisto, e quando quest’ultimo fu eletto papa nel 217, si ribellò, accettando di essere lui stesso invalidamente eletto dai suoi partigiani.
Si mantenne nello scisma anche durante il pontificato di S. Urbano I e di S. Ponziano. Intanto l’imperatore Alessandro Severo veniva ucciso in Germania dai suoi legionari e gli subentrava il trace Massimino, che rispolverò gli antichi editti persecutori nei confronti dei cristiani. Trovandosi di fronte a una Chiesa con due capi, senza pensarci su spedì entrambi ai lavori forzati in una miniera della Sardegna. Ponziano è il primo papa deportato. Era un fatto nuovo che si verificava nella Chiesa e Ponziano seppe risolverlo con saggezza e umiltà: perché i cristiani non fossero privati del loro pastore rinunciò al pontificato, e anche questa spontanea rinuncia è un fatto nuovo.
A succedergli fu il greco Antero, che governò la Chiesa per quaranta giorni soltanto. Il gesto generoso di Ponziano deve aver commosso l’intransigente Ippolito che morì infatti riconciliato con la Chiesa nel 235. Secondo un’epigrafe dettata da papa Damaso, Ippolito, pur essendosi ostinato nello scisma per un malinteso zelo, nell’ora della prova “al tempo in cui la spada dilaniava le viscere della madre Chiesa, mentre fedele a Cristo camminava verso il regno dei santi”, ai seguaci che gli domandavano quale pastore seguire indicò il legittimo papa come unica guida e “per questa professione di fede meritò d’essere nostro martire”. I corpi dei due martiri, trasportati a Roma con grande onore vennero sepolti, Ippolito lungo la via Tiburtina e Ponziano nelle catacombe di S. Callisto.

IL SANTO DEL GIORNO

12 agosto 2010

SANTA GIOVANNA FRANCESCA DE CHANTAL Religiosa

La vita di Giovanna Frémiot è legata indissolubilmente alla figura di Francesco di Sales, suo direttore e guida spirituale, e di cui fu seguace e al tempo stesso ispiratrice e collaboratrice. Nata a Digione nel 1572, a vent’anni sposò il barone de Chantal, da cui ebbe numerosi figli. Rimasta vedova, avvertì sempre di più il desiderio di ritirarsi dal mondo e di consacrarsi a Dio. Sotto la guida di Francesco di Sales, diede vita a una nuova fondazione intitolata alla Visitazione e destinata all’assistenza dei malati. L’Istituto si diffuse rapidamente nella Savoia e nella Francia. Ben presto seguirono Giovanna, diventata suor Francesca, numerose ragazze, le Visitandine, come erano chiamate e universalmente note le suore dell’Isituto. Prima della sua morte, avvenuta a Moulins il 13 dicembre del 1641, le case della Visitazione erano 75, quasi tutte fondate da lei.

IL SANTO DEL GIORNO

11 agosto 2010

Santa Chiara Vergine
11 agosto

Assisi, 1194 – Assisi, 11 agosto 1253
Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d’Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone. Conquistata dall’esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa. Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l’Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà». Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243.

IL SANTO DEL GIORNO

10 agosto 2010

SAN LORENZO Diacono e martire
10 agosto

Forse da ragazzo ha visto le grandiose feste per i mille anni della città di Roma, celebrate nel 237-38, regnando l’imperatore Filippo detto l’Arabo, perché figlio di un notabile della regione siriana. Poco dopo le feste, Filippo viene detronizzato e ucciso da Decio, duro persecutore dei cristiani, che muore in guerra nel 251. L’impero è in crisi, minacciato dalla pressione dei popoli germanici e dall’aggressività persiana. Contro i persiani combatte anche l’imperatore Valeriano, salito al trono nel 253: sconfitto dall’esercito di Shapur I, morirà in prigionia nel 260. Ma già nel 257 ha ordinato una persecuzione anticristiana.
Ed è qui che incontriamo Lorenzo, della cui vita si sa pochissimo. E’ noto soprattutto per la sua morte, e anche lì con problemi. Le antiche fonti lo indicano come arcidiacono di papa Sisto II; cioè il primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. Assiste il papa nella celebrazione dei riti, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte fatte alla Chiesa.
Viene dunque la persecuzione, e dapprima non sembra accanita come ai tempi di Decio. Vieta le adunanze di cristiani, blocca gli accessi alle catacombe, esige rispetto per i riti pagani. Ma non obbliga a rinnegare pubblicamente la fede cristiana. Nel 258, però, Valeriano ordina la messa a morte di vescovi e preti. Così il vescovo Cipriano di Cartagine, esiliato nella prima fase, viene poi decapitato. La stessa sorte tocca ad altri vescovi e allo stesso papa Sisto II, ai primi di agosto del 258. Si racconta appunto che Lorenzo lo incontri e gli parli, mentre va al supplizio. Poi il prefetto imperiale ferma lui, chiedendogli di consegnare “i tesori della Chiesa”.
Nella persecuzione sembra non mancare un intento di confisca; e il prefetto deve essersi convinto che la Chiesa del tempo possieda chissà quali ricchezze. Lorenzo, comunque, chiede solo un po’ di tempo. Si affretta poi a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Infine compare davanti al prefetto e gli mostra la turba dei malati, storpi ed emarginati che lo accompagna, dicendo: “Ecco, i tesori della Chiesa sono questi”.
Allora viene messo a morte. E un’antica “passione”, raccolta da sant’Ambrogio, precisa: “Bruciato sopra una graticola”: un supplizio che ispirerà opere d’arte, testi di pietà e detti popolari per secoli. Ma gli studi (v. Analecta Bollandiana 51, 1933) dichiarano leggendaria questa tradizione. Valeriano non ordinò torture. Possiamo ritenere che Lorenzo sia stato decapitato come Sisto II, Cipriano e tanti altri. Il corpo viene deposto poi in una tomba sulla via Tiburtina. Su di essa, Costantino costruirà una basilica, poi ingrandita via via da Pelagio II e da Onorio III; e restaurata nel XX secolo, dopo i danni del bombardamento americano su Roma del 19 luglio 1943.

STORIA DELLA BASILICA

La primitiva basilica (Basilica maior) fu eretta nel IV secolo dall’imperatore Costantino I vicino alla tomba del martire Lorenzo, come altre basiliche cimiteriali della stessa epoca (San Sebastiano sulla via Appia, Sant’Agnese fuori le mura, Santi Marcellino e Pietro, presso Tor Pignattara). Proprio sopra la tomba fu contemporaneamente costruito un piccolo oratorio.
L’oratorio fu rimpiazzato da una nuova chiesa all’epoca di papa Pelagio II (579-590). Per un certo periodo coesistettero dunque la Basilica maior costantiniana, che in un momento imprecisato fu dedicata alla Madonna, e una “basilica minore”, pelagiana. Tra il IX e il XII secolo, tuttavia, la basilica costantiniana fu probabilmente abbandonata.
Papa Onorio III, in occasione forse dell’incoronazione di Pietro di Courtenay come imperatore latino di Costantinopoli, nel 1217, iniziò grandi lavori di ampliamento della basilica di Pelagio II: la chiesa fu prolungata verso ovest, abbattendo la vecchia abside, l’orientamento fu ribaltato e la vecchia basilica divenne il presbiterio rialzato della nuova chiesa, che presentava un pavimento più alto nella navata centrale.
La nuova basilica era decorata da affreschi che illustravano la vita di san Lorenzo e di santo Stefano, il primo martire cristiano, sepolto sotto l’altare maggiore insieme al santo titolare della chiesa.
La Basilica di San Lorenzo fuori le Mura fu sede del Patriarca latino di Gerusalemme dal 1374 al 1847, anno in cui Pio IX ripristinò la sede a Gerusalemme (la tomba del beato Pio IX si trova oggi proprio nella basilica).
La chiesa subì trasformazioni nel periodo barocco, ma le aggiunte furono eliminate con il restauro dell’architetto Virginio Vespignani tra il 1855 e il 1864. Il 19 luglio 1943, durante la seconda guerra mondiale, la chiesa fu gravemente colpita durante il primo bombardamento alleato su Roma. Dopo la distruzione bellica, la basilica fu ricostruita e restaurata con il materiale originale: i restauri, terminati nel 1948, permisero l’eliminazione di strutture aggiunte nel XIX secolo, tuttavia gli antichi affreschi della parte superiore della facciata erano irrimediabilmente perduti.
Nel 1957 furono effettuati saggi di scavo in corrispondenza del muro del cimitero del Verano: le indagini permisero di riconoscere i resti della basilica costantiniana: un grande edificio a circo, a tre navate separate da colonne. Scavi effettuati sotto la basilica hanno portato alla luce numerosi ambienti e cripte.
La chiesa è amministrata da frati cappuccini, ed è sede di parrocchia, istituita il 4 luglio 1709 con il decreto del cardinale vicario Gaspare di Carpegna “De cuiuslibet statuta”. La parrocchia fu affidata in origine ai canonici regolari lateranensi, ma nel 1855 passò ai cappuccini.

IL SANTO DEL GIORNO SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY – 3 agosto

4 agosto 2010

Giovanni Maria Vianney nacque l’8 maggio 1786 a Dardilly, Lione, in Francia. Di famiglia contadina e privo della prima formazione, riuscì, nell’agosto 1815, ad essere ordinato sacerdote.Per farlo sacerdote, ci volle tutta la tenacia dell’abbé Charles Balley, parroco di Ecully, presso Lione: lo avviò al seminario, lo riaccolse quando venne sospeso dagli studi. Giovanni Maria Vianney, appena prete, tornò a Ecully come vicario dell’abbé Balley. Alla morte di Balley, fu mandato ad Ars-en-Dombes, un borgo con meno di trecento abitanti. Giovanni Maria Vianney, noto come il curato d’Ars, si dedicò all’evangelizzazione, attraverso l’esempio della sua bontà e carità. Ma fu sempre tormentato dal pensiero di non essere degno del suo compito.Trascorreva le giornate dedicandosi a celebrare la Messa e a confessare, senza risparmiarsi. Morì nel 1859. Papa Pio XI lo proclamerà santo nel 1925. Verrà indicato modello e patrono del clero parrocchiale.

SOLO QUANDO AVREMO TACIUTO – don Tonino Bello

28 luglio 2010

Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare.
Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.
Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:
la conversione, l’amore, il sacrificio.
Quando il sole si eclissa pure per noi,
e il Cielo non risponde al nostro grido,
e la terra rimbomba cava sotto i passi,
e la paura dell’abbandono rischia di farci disperare,
rimanici accanto.
In quel momento, rompi pure il silenzio:
per dirci parole d’amore!
E sentiremo i brividi della Pasqua.

SANTI GIOACCHINO E ANNA – 26 luglio

26 luglio 2010

Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè. Sant’Anna è invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. È patrona di molti mestieri legati alle sue funzioni di madre, tra cui i lavandai e le ricamatrici.

UNA PREGHIERA

23 luglio 2010

Chiedo a voi tutti di pregare per un mio coninquilino che è in rianimazione a seguito di complicazioni di un intervento subito la scorsa settimana.
Grazie di cuore

SANTA BRIGIDA – Patrona d’Europa

23 luglio 2010

Principessa svedese, fu sposa e madre esemplare di otto figli che educò ottimamente: la seconda figlia, Karin, è la notissima santa Caterina di Svezia. Brigida, terziaria francescana, consacrò la sua vedovanza alla Chiesa. Visitò in pellegrinaggio i principali luoghi sacri del tempo; fondò a Vadstena un ordine religioso e godette di rivelazioni soprannaturali raccolte in abbondanti scritti a edificazione dei fedeli. A Roma, dove visse 24 anni fino alla morte. lavorò per la riforma dei costumi e preparò il ritorno del papa da Avignone.

Dal 1999 è compatrona d’Europa insieme con Caterina da Siena e Teresa Benedetta della Croce.

PREGHIERA PER I SACERDOTI

20 luglio 2010

O Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, conserva i tuoi sacerdoti nel sicuro rifugio del Tuo Sacro Cuore, dove nessuno ardisce toccarli. Custodisci senza macchia le loro mani consacrate che ogni giorno toccano il Tuo Sacro Corpo. Conserva immacolate le loro labbra, imporporate dal Tuo Preziosissimo Sangue. Mantieni puri ed innocenti i loro cuori, segnati dal sublime carattere del Tuo Glorioso Sacerdozio. Il Tuo Santo Amore li circondi e la Tua Santa Madre li difenda da ogni critica e da ogni mondano contagio. Da’ loro, o Gesù, col potere di trasformare il pane e il vino, quello di trasformare anche i cuori. E quando vengono per loro i momenti della tristezza e dell’abbandono, manda i tuoi Angeli a confortarli. Benedici il loro apostolato, rendilo fecondo di abbondanti frutti e da’ loro la corona della vita eterna. Amen

UN SALUTO

9 luglio 2010

Volevo mandare un saluto perchè domani parto con mio marito per goderci la nostra settimana annuale di riposo. Ringrazio Gesù per tutto quello che mi ha dato anche in mezzo alla vita frenetica della città e saluto tutti dando un buon rientro a don Giampaolo e Simone.

IL SANTO DEL GIORNO – VENERDI’ 9/7/2010

9 luglio 2010

Santi Agostino Zhao Rong e Compagni (sacerdoti e martiri)

Sant’Agostino Tchao-soung nacque a Kweichou nel 1746 e a ventisei anni, come guar­dia carceraria di Wu-chuan, dovette custo­dire i cristiani imprigionati durante la per­secuzione scoppiata nel 1772. Tra questi era un sacerdote che continuava in carcere a spiegare le verità della fede al suo gregge con parole così persuasive che il carceriere, ascoltandole, si trovò involontariamente convertito. Ricevette quindi il battesimo e la cresima il 28 agosto e in onore del santo del giorno prese il nome di Agostino; postosi al servizio dei missionari ricevette l’incarico di battezzare i bambini moribon­di a causa della carestia e, dopo gli oppor­tuni studi, fu ordinato sacerdote nel 1781. Si distinse come predicatore le cui parole muovevano alle lacrime gli ascoltatori con il racconto della passione di Gesù e fu infi­ne inviato a Yunnan a convertire gli abori­geni di quella regione montagnosa. Durante la persecuzione del 1815 fu riconosciuto come cristiano, arrestato e sottoposto a tor­tura fino a che morì in carcere in un giorno imprecisato di primavera. Sant’Agostino Zhao Rong, primo sacerdote cinese morto martire, è stato canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000 con altri 119 martiri in terra cinese. Singolarmente è festeggiato nell’anniversario della sua morte, mentre al 9 luglio è commemorato insieme al gruppo dei 120 martiri cinesi dei quali è capolista.

Pietro Paolo Tamburini: La Visitazione

31 Maggio 2010

La Visitazione

DOMENICA 30 MAGGIO SS.TRINITA’

28 Maggio 2010

Questa sera, parecchie persone, abitanti i paesini della valle dell’Aniene, formano compagnie per raggiungere a piedi il Santuario della SS.Trinità di Vallepietra (RM). Camminano per tre giorni tornando alle loro case domenica sera.
Per saperne di più: http://www.santuariovallepietra.it

La storia
Sulle origini del Santuario vi sono diverse ipotesi. Il problema è di difficile soluzione, ed ancor oggi vi sono molti punti oscuri, malgrado numerose ricerche effettuate da insigni studiosi. È opportuno, comunque, riferire sulle ipotesi più accreditate e sulle leggende popolari che i pellegrini si sono tramandate oralmente. Esistono due leggende: una di origine popolare e l’altra di origine letteraria. “La prima narra di un contadino che mentre arava il terreno in cima al colle della Tagliata vide cadere, nel sottostante precipizio, i buoi e l’aratro. Portatosi sul ripiano alla base della grande parete rocciosa vide, con grande meraviglia, i buoi inginocchiati davanti ad un misterioso dipinto della Trinità, apparso all’interno di una piccola grotta” (Caraffa). L’aratro era rimasto in alto impigliato in una sporgenza della roccia. “La seconda leggenda, di carattere letterario, è stata trasmessa da una pergamena andata poi distrutta, ma della quale è pervenuta una copia. Ecco il racconto: Due ravennati, residenti a Roma, si portarono sul Monte Autore per sfuggire alla persecuzione di Nerone. Qui furono visitati dagli apostoli Pietro e Giovanni che, sbarcati a Francavilla, avevano attraversato il Regno di Napoli. Un angelo apparso ai quattro portò loro dal cielo il cibo e fece scaturire dalla terra la sorgente. Il giorno seguente apparve la Santissima Trinità che benedisse il Monte Autore alla pari del Sinai e dei luoghi santi della Palestina.” Al di là delle leggende sono state formulate diverse ipotesi sulle origini del Santuario. Alcuni studiosi fanno risalire a monaci orientali o eremiti la possibilità dell’origine del luogo di culto dedicato alla Santissima Trinità sul monte Autore immediatamente sopra le sorgenti del Simbrivio. L’atteggiamento benedicente alla maniera greca delle “Tre Persone”, venerate nel Santuario e la particolare toponomastica dei luoghi circostanti potrebbero avvalorare questa ipotesi. Infatti il monte posto di fronte al Santuario si chiamava sino al secolo scorso Sion ed infine il paese più vicino, dal versante abruzzese, è Cappadocia (come la regione orientale). Un’altra ipotesi attribuisce la fondazione del Santuario della Santissima Trinità a San Domenico di Sora.
Tratto da “La Trinitá di Vallepietra” di Franco Mercuri.

Il pellegrinaggio a piedi

Il dato che differenzia l’esperienza religiosa di Vallepietra da altri luoghi di culto è la persistenza del pellegrinaggio a piedi. Nelle magiche notti del plenilunio dopo Pentecoste decine di migliaia di persone si incamminano dai propri rispettivi paesi per raggiungere alla vigilia della solennità della Trinità il santuario. Dal versante ciociaro, come da quello sublacense o ancora da quello abruzzese sono decine e decine le “compagnie” che si inerpicano per i monti, guidate dal caratteristico stendardo finemente decorato che viene portato da coraggiosi vessilliferi, senza temere la fatica, né il caldo, né tantomeno la pioggia. Colpisce la folla di persone che affronta i disagi di ore e ore di cammino, oltre alle notti da trascorrere all’aperto, pur di non mancare a questo appuntamento atteso per tutto l’anno. Il paesaggio incantevole della valle solcato dal fiume Simbrivio e da innumerevoli torrenti e piccole cascate, ha ispirato una strofa della lode alla Trinità, dove si fa menzione della massa di persone che accorrono, quasi facendo il paio al fluire ininterrotto delle acque. Il pellegrinaggio alla “Santissima” riesce a incidere sulla singola persona pur all’interno di un gruppo di riferimento (la “compagnia”) proprio perché si esprime attraverso un linguaggio antico ma semplice, e seguendo modalità arcaiche, ma non per questo meno capaci di parlare all’uomo di oggi.

Invito alla preghiera che accompagni queste persone nella fatica del cammino e nella gioia dell’arrivo

IL SANTO DEL GIORNO (Venerdì 21 maggio 2010)

21 Maggio 2010

SAN CRISTOFORO MAGALLANES , sacerdore

Nel 1917, in Messico fu promulgata una nuova Costituzione, ispirata a principi anticlericali, che diede origine a una violenta persecuzione religiosa, con l’espulsione dei sacerdoti stranieri, la chiusura di scuole private e opere benefiche. L’episcopato messicano optò per una forma di protesta non violenta, limitandosi a non far più svolgere alcuna funzione o cerimonia religiosa. Il popolo non potè resistere alle privazioni religiose che questo boicottaggio comportava, e decise di difendere con le armi la propria libertà religiosa, senza l’intervento del clero. Scoppiò così la guerra civile. Cristobal Magallanes è uno dei numerosi martiri di quei tragici anni. Nacque a Jalisco, in Messico, nel 1869. Sacerdote dalla fede ardente, fu parroco e missionario tra gli indigeni. Prudente direttore dei suoi fratelli sacerdoti e pastore pieno di zelo, quando i persecutori della Chiesa ciusero il Seminario di Guadalajara, si offrì di fondare nella sua parrocchia un Seminario per “proteggere”, “orientare” e “formare” i futuri sacerdoti, e ottenne un abbondante raccolto di vocazioni. Il 25 maggio 1927 venne fucilato a Colotlan.

S.MARIA AUSILIATRICE – lunedì 24 maggio

21 Maggio 2010

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Auxilium Christianorum”; ‘Aiuto dei Cristiani’, è il bel titolo che è stato dato alla Vergine Maria in ogni tempo e così viene invocata anche nelle litanie a Lei dedicate dette anche Lauretane perché recitate inizialmente a Loreto.
Sulle virtù, la vita, la predestinazione, la maternità, la mediazione, l’intercessione, la verginità, l’immacolato concepimento, i dolori sofferti, l’assunzione di Maria, sono stati scritti migliaia di volumi, tenuti vari Concili, proclamati dogmi di fede, al punto che è sorta un’autentica scienza teologica: la Mariologia.
E sempre è stata ribadita la presenza mediatrice e soccorritrice della Madonna per chi la invoca, a lei fummo affidati come figli da Gesù sulla Croce e a noi umanità è stata indicata come madre, nella persona di Giovanni apostolo, anch’egli ai piedi della Croce.
Ma la grande occasione dell’utilizzo ufficiale del titolo “Auxilium Christianorum” si ebbe con l’invocazione del grande papa mariano e domenicano san Pio V (1566-1572), che le affidò le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati da secoli dai turchi arrivati fino a Vienna, e che nella grande battaglia navale di Lepanto (1571) affrontarono e vinsero la flotta musulmana.
Il papa istituì per questa gloriosa e definitiva vittoria, la festa del S. Rosario, ma la riconoscente invocazione alla celeste Protettrice come “Auxilium Christianorum”, non sembra doversi attribuire direttamente al papa, come venne poi detto, ma ai reduci vittoriosi che ritornando dalla battaglia, passarono per Loreto a ringraziare la Madonna; lo stendardo della flotta invece, fu inviato nella chiesa dedicata a Maria a Gaeta dove è ancora conservato.
Il grido di gioia del popolo cristiano si perpetuò in questa invocazione; il Senato veneziano fece scrivere sotto il grande quadro commemorativo della battaglia di Lepanto, nel Palazzo Ducale: “Né potenza, né armi, né condottieri ci hanno condotto alla vittoria, ma Maria del Rosario” e così a fianco agli antichi titoli di ‘Consolatrix afflictorum’ (Consolatrice degli afflitti) e ‘Refugium peccatorum’ (Rifugio dei peccatori), si aggiunse per il popolo e per la Chiesa ‘Auxilium Christianorum (Aiuto dei cristiani).
Il culto pur continuando nei secoli successivi, ebbe degli alti e bassi, finché nell’Ottocento due grandi figure della santità cattolica, per strade diverse, ravvivarono la devozione per la Madonna del Rosario con il beato Bartolo Longo a Pompei e per la Madonna Ausiliatrice con s. Giovanni Bosco a Torino.
Il grande educatore ed innovatore torinese, pose la sua opera di sacerdote e fondatore sin dall’inizio, sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, a cui si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose andavano per le lunghe e s’ingarbugliavano; a Lei diceva: “E allora incominciamo a fare qualcosa?”. S. Giovanni Bosco, nato il 16 agosto 1815 presso Castelnuovo d’Asti e ordinato sacerdote nel 1841, fu il più grande devoto e propagatore del culto a Maria Ausiliatrice, la cui festa era stata istituita sotto questo titolo e posta al 24 maggio, qualche decennio prima, dal papa Pio VII il 24 maggio 1815, in ringraziamento a Maria per la sua liberazione dalla ormai quinquennale prigionia napoleonica.
Il grande sacerdote, apostolo della gioventù, fece erigere in soli tre anni nel 1868, la basilica di Maria Ausiliatrice nella cittadella salesiana di Valdocco – Torino; sotto la Sua materna protezione pose gli Istituti religiosi da lui fondati e ormai sparsi in tutto il mondo: la Congregazione di S. Francesco di Sales, sacerdoti chiamati normalmente ‘Salesiani di don Bosco’; le ‘Figlie di Maria Ausiliatrice’ suore fondate con la collaborazione di s. Maria Domenica Mazzarello e per ultimi i ‘Cooperatori Salesiani’ per laici e sacerdoti che intendono vivere lo spirito di ‘Don Bosco’, come è generalmente chiamato.
Le Congregazioni sono così numerose, che si vede con gratitudine la benevola protezione di Maria Ausiliatrice nella diffusione di tante opere assistenziali ed a favore della gioventù.
Ormai la Madonna Ausiliatrice è divenuta la ‘Madonna di Don Bosco’ essa è inscindibile dalla grande Famiglia Salesiana, che ha dato alla Chiesa una schiera di santi, beati, venerabili e servi di Dio; tutti figli che si sono affidati all’aiuto della più dolce e potente delle madri.
Interi Continenti e Nazioni hanno Maria Ausiliatrice come celeste Patrona: l’Australia cattolica dal 1844, la Cina dal 1924, l’Argentina dal 1949, la Polonia fin dai primi decenni del 1800, diffusissima e antica è la devozione nei Paesi dell’Est Europeo.
Nella bella basilica torinese a Lei intitolata, dove il suo devoto figlio s. Giovanni Bosco e altre figure sante salesiane sono tumulate, vi è il bellissimo e maestoso quadro, fatto eseguire dallo stesso fondatore, che rappresenta la Madonna Ausiliatrice che con lo scettro del comando e con il Bambino in braccio, è circondata dagli Apostoli ed Evangelisti ed è sospesa su una nuvola, sullo sfondo a terra, il Santuario e l’Oratorio come appariva nel 1868, anno dell’esecuzione dell’opera del pittore Tommaso Lorenzone.
Il significato dell’intero quadro è chiarissimo; come Maria era presente insieme agli apostoli a Gerusalemme durante la Pentecoste, quindi all’inizio dell’attività della Chiesa, così ancora Lei sta a protezione e guida della Chiesa nei secoli, gli apostoli rappresentano il papa ed i vescovi.
Maria è la “Madre della Chiesa”; Ausiliatrice del popolo cristiano nella sua continua lotta per la diffusione del Regno di Dio.

preghiera a Maria

19 Maggio 2010

Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
Umile ed alta più che creatura,
Termine fisso d’eterno consiglio.
Tu se’ colei che l’umana natura
Nobilitasti sì, che il suo Fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
Per lo cui caldo nell’eterna pace
Così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridïana face
Di caritate; e giuso, intra i mortali,
Se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
Che, qual vuol grazia e a te non ricorre,
Sua disïanza vuol volar senz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
A chi domanda, ma molte fiate
Liberamente al domandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
In te magnificenza, in te s’aduna
Quantunque in creatura è di bontate!

(Dante Alighieri)

novena allo Spirito Santo

16 Maggio 2010

NOVENA ALLO SPIRITO SANTO.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
1. Spirito Santo, dono di Dio all’anima mia, io rimango attonito per l’emozione e l’ammirazione, pensando a te. Non trovo nulla che possa dire la felicità intima che provo, sapendoti ospite mio dolcissimo e vita divina in me. Come acque inondanti, l’anima è sopraffatta dalla quiete, dall’amore, dalla contemplazione saporosa di te. Io sono stupefatto per tanta degnazione; penso alla tua bellezza, stupenda oltre ogni dire e immaginare; penso alla tua inesauribile ricchezza di grazia, di doni, di virtù, di frutti e beatitudini. Penso alla tua tenera bontà, che ti spinge ad abitare in me. Tu hai tutto, tu puoi tutto, tu mi vuoi dare tutto. Sono in uno stato di ammirazione commossa, nonostante la mia miseria, che mi fa essere l’ultimo della terra. Ti benedico, ti adoro, ti ringrazio, ti chiedo tutto. Dammi tutto, o Spirito Santo.
Gloria al Padre, al Figlio…
2. Spirito del Signore e celeste donatore con la più profonda umiltà, ma anche con tutta la forza dei miei ardenti desideri, chiedo che tu mi dia i tuoi santi doni, particolarmente la sapienza e la pietà. Accresci in me questi doni fino al loro sviluppo completo affinché l’anima mia sia docile e obbediente a te, maestro interiore, e io viva abitualmente dei tuoi doni e nella contemplazione intima e soave di te e di tutta la Trinità.
Gloria al Padre, al Figlio…
3. Spirito Santo, maestro interiore e santificatore, io ti domando, con insistenza instancabile, che tu voglia istruire il mio intelletto su tutta la verità e parlare al mio cuore, che tu voglia santificarmi, curando l’anima mia come hai curato quella della Madonna, l’Immacolata tua Sposa, dei martiri e dei santi. Io sono avido di santità: non per me, ma per dar gloria a te, maestro dei maestri, gloria alla Trinità, splendore alla Chiesa, esempio alle anime. Non c’è mezzo migliore per essere veri apostoli che essere santi, perché, all’infuori della santità, si conclude ben poco. Spirito Santo ascolta la mia preghiera ed esaudisci i miei ardenti desideri.
Gloria al Padre, al Figlio…
4. Spirito Santo, verità e luce beatissima, sento una profonda amarezza nel constatare che tu sei quasi completamente sconosciuto o dimenticato dalla maggior parte di noi. Non ti pensiamo mai, distratti come siamo da tante preoccupazioni, assorbiti dallo spirito del mondo, sbadati e incuranti delle Tue premure e delicatezze. Quale ingratitudine! Gran parte di questa colpa è nostra, che non viviamo questa verità e della quale quasi mai parliamo alle anime. Accogli, Spirito divino, questi miei poveri sentimenti, in riparazione di così deplorevole dimenticanza, e a implorazione di tanta luce per me, per i sacerdoti e per i fedeli.
Gloria al Padre, al Figlio…
5. Spirito Santo, amore e soavità del Padre e del Figlio, fiore e profumo della santità di Dio, fuoco divino acceso in me, rendi tutto nuovo il mio cuore; togli ogni macchia e oscurità, brucia ogni impurità, e rendimi conforme all’immagine del Figlio divino. Spirito di fuoco, che ti degni abitare personalmente in me per santificarmi, accendi in me questo fuoco di amore, penetra e investi con la tua fiamma tutta l’anima mia; scaccia ogni affetto disordinato; spingimi a conquiste apostoliche; donami la grazia di essere fiamma, e di ardere di puro ed eterno amore.
Gloria al Padre, al Figlio…

6. Spirito di fortezza, che hai dato ai martiri la forza di morire lietamente per la causa di Cristo Signore, infondi in me questo dono divino in tutta la sua intensità. Scuoti il mio torpore e la mia indolenza, rendimi forte nell’intraprendere tutto quello che il Signore mi chiede, senza badare a sacrifici e fatiche, a gloria tua e a beneficio spirituale e materiale di tutti i fratelli. Dammi forza di continuare con ardore, senza stancarmi e senza possibilità di abbandonare, quanto ho cominciato. Dammi coraggio ed energia nel difendere intrepidamente la Chiesa, nell’affermare davanti a tutti l’integrità della fede, e la vera obbedienza al Papa e ai Vescovi. Dammi lo slancio soprannaturale nell’apostolato; che io vi perseveri fino alla fine, a costo di qualunque martirio dell’anima o del corpo. Spirito divino, circondami della tua onnipotenza, sostienimi col tuo vigore, e avvolgimi della tua invincibile fortezza.
Gloria al Padre, al Figlio…
7. Spirito di verità e di luce, fiamma e calore della luce, luce beatissima, dirada e disperdi dalla mia mente le ombre dell’errore e del dubbio. Irradia e illumina con perfetta chiarità l’intimo dell’anima. Che io respinga sempre ogni errore; che aderisca fortemente alla verità secondo gli insegnamenti della Chiesa; che cammini nel Tuo splendore. Vestito della Tua santa luce, che io resti sempre nella Tua verità e pura chiarità.
Gloria al Padre, al Figlio…
8. O Spirito purificatore, purificami da ogni macchia. Santificami e dammi le virtù di Gesù, le stesse sue intenzioni e disposizioni interiori. Sii in me lo stesso Spirito di Gesù. Spira all’anima mia, verso Gesù, lo stesso amore che il Padre spira al suo divin Figlio e dammi la stessa attrazione che il Padre sente verso il suo diletto e carissimo Figlio Gesù.
Gloria al Padre, al Figlio…
9. Spirito Santo, ti supplico di illuminare la mia mente con lumi chiari, necessari per me e per coloro che chiedono da me e di sostenere la mia debole volontà con grazie di amore e di fortezza. Divino santificatore, conducimi alla vetta della santità, attraverso il lavoro continuo, paziente, docile alle tue premure. La santità sei tu e io devo lasciarti vivere in me, assecondando la tua opera di perfezione. Divino rinnovatore, rinnova tutto, rimuovi ogni male, ogni pericolo, ogni cattiveria, rifà tutto nuovo in me, tutto puro, tutto santo. Divino vivificatore, anima della mia anima, dammi la forza di attestare e glorificare sempre, insieme con te, il Figlio divino e di vivere per la sua gloria e morire nel suo amore. Divino donatore, dammi i tuoi doni per contemplare Dio nella luce dei suoi misteri, per comprendere il vero valore della vita e delle cose; e per amare tutti con pura carità, come se già fossi in cielo. Grazie! Amen.
Gloria al Padre, al Figlio…
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

novene

29 aprile 2010

L’8 maggio è la festa della Madonna di Pompei ed oggi inizia la novena che trascrivo.

NOVENA ALLA S. VERGINE DEL ROSARIO DI POMPEI
PER IMPETRARE GRAZIE NEI CASI PIU’ DISPERATI
Prima di cominciare la Novena, pregare Santa Caterina da Siena che si degni di recitarla insieme con noi.

O Santa Caterina da Siena, mia Protettrice e Maestra, tu che assisti dal cielo i tuoi devoti allorché recitano il Rosario di Maria, assistimi in questo momento e degnati di recitare insieme con me la Novena alla Regina del Rosario che ha posto il trono delle sue grazie nella Valle di Pompei, affinché per tua intercessione io ottenga la desiderata grazia. Amen.

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre…
I.
O Vergine Immacolata e Regina del Santo Rosario, Tu, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull’antica terra di Pompei soggiorno di morti pagani. Da quel luogo dove erano adorati gli idoli e i demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi dappertutto i tesori delle celesti misericordie. Deh! Da quel trono ove regni pietosa, rivolgi, o Maria, anche sopra di me gli occhi tuoi benigni, ed abbi pietà di me che ho tanto bisogno del tuo soccorso. Mòstrati anche a me, come a tanti altri ti sei dimostrata, vera Madre di misericordia : mentre io con tutto il cuore Ti saluto e Ti invoco mia Regina del Santo Rosario. Salve Regina…
II.
Prostrata ai piedi del tuo trono, o grande e gloriosa Signora, l’anima mia Ti venera tra gemiti ed affanni ond’è oppressa oltre misura. In queste angustie ed agitazioni in cui mi trovo, io alzo confidente gli occhi a Te, che Ti sei degnata di eleggere per tua dimora le campagne di poveri e abbandonati contadini. E là, di fronte alla città ed all’anfiteatro ove regna silenzio e rovina, Tu come Regina delle Vittorie, levasti la tua voce potente per chiamare d’ogni parte d’Italia e del mondo cattolico i devoti tuoi figli ad erigerti un Tempio. Deh! Ti muovi alfine a pietà di quest’anima mia che giace avvilita nel fango. Pietà di me, o Signora, pietà di me che sono oltremodo ripieno di miseria e di umiliazioni. Tu che sei lo sterminio dei demoni difendimi da questi nemici che mi assediano. Tu che sei l’Aiuto dei cristiani , traimi da queste tribolazioni in cui verso miserevolmente.Tu che sei la Vita nostra, trionfa della morte che minaccia l’anima mia in questi pericoli in cui trovasi esposta; ridonami la pace, la tranquillità, l’amore, la salute. Amen. Salve Regina…
III.
Ah! Il sentire che tanti sono stati da Te beneficati solo perché ricorsi a Te con fede, m’infonde novella lena e coraggio d’invocarti in mio soccorso. Tu già promettesti a S. Domenico che chi vuole le grazie con il tuo Rosario le ottiene; ed io col tuo Rosario in mano oso ricordarti , o Madre, le tue sante promesse. Anzi Tu stessa ai dì nostri operi continui prodigi per chiamare i tuoi figli a onorarti nel Tempio di Pompei. Tu dunque vuoi tergere le nostre lacrime, vuoi lenire i nostri affanni! Ed io col cuore sulle labbra, con viva fede Ti chiamo e T’invoco: Madre mia!…Madre cara!…Madre bella!…Madre dolcissima, aiutami! Madre e Regina del Santo Rosario di Pompei, non più tardare a stendermi la mano tua potente per salvarmi: chè il ritardo, come vedi, mi porterebbe alla rovina. Salve Regina…
IV.
E a chi altri mai ho idovrò ricorrere, se non a Te che sei il Sollievo dei miserabili, Conforto degli abbandonati, la Consolazione degli afflitti ? Oh, io te lo confesso, l’anima mia è miserabile, gravata da enormi colpe, meritevole di ardere nell’inferno, indegna di ricevere grazie! Ma non sei Tu la Speranza di chi dispera, la Madre di Gesù, unico mediatore tra l’uomo e Dio, la potente nostra Avvocata presso il trono dell’Altissimo, il Rifugio dei peccatori ? Deh! Solo che tu dì una parola in mio favore al tuo Figlio, ed Egli mi esaudirà. Chiedigli, dunque, o Madre, questa grazia di cui tanto io ho bisogno. (Si domandi la grazia che si vuole). Tu sola puoi ottenermela: Tu che sei l’unica speranza mia, la mia consolazione, la mia dolcezza, la vita mia. Così spero. Amen. Salve Regina…
V.
O Vergine e Regina del santo Rosario, Tu che sei la Figlia del Padre Celeste, la Madre dei Figliuol divino, la Sposa dello Spirito Santo; Tu che tutto puoi presso la Santissima Trinità, devi impetrarmi questa grazia tanto a me necessaria, purché non sia di ostacolo alla mia salvezza eterna. (Si ripeta la grazia che si desidera). Te la domando per la tua Immacolata Concezione, per la tua divina Maternità, per i tuoi gaudi, per i tuoi dolori, per i tuoi trionfi. Te la domando per il Cuore del tuo amoroso Gesù, per quei nove mesi che lo portasti nel seno, per gli stenti della sua vita, per l’acerba sua Passione, per la sua morte in Croce, per il Nome suo santissimo, per il suo Preziosissimo Sangue. Te la domando per il Cuore tuo dolcissimo, nel Nome tuo glorioso, o Maria, che sei Stella del mare, Signora potente, Madre di dolore, Porta del Paradiso e Madre di ogni grazia. In Te confido, da Te tutto spero. Tu mi hai da salvare. Amen. Salve Regina…
Regina del Santo Rosario, prega per noi. Affinché siamo resi degni delle promesse di Cristo
PREGHIAMO O Dio, il tuo unico Figlio ci ha acquistato con la sua vita, morte e risurrezione i beni della salvezza eterna: concedi anche a noi che, venerando questi misteri del Santo Rosario della Vergine Maria, imitiamo ciò che contengono e otteniamo ciò che promettono. Per Cristo Nostro Signore. Amen.
ORAZIONE a S. Domenico e a S. Caterina da Siena per ottenere le grazie dalla S. Vergine di Pompei
O Santo sacerdote di Dio e glorioso Patriarca San Domenico, che fosti l’amico, il figliuolo prediletto e il confidente della celeste Regina, e tanti prodigi operasti per virtù del S. Rosario; e tu, Santa Caterina da Siena, figliuola primaria di quest’ordine del Rosario e potente mediatrice presso il trono di Maria e presso il Cuore di Gesù, da cui avesti cambiato il cuore: voi, Santi miei cari, guardate le mie necessità e abbiate pietà dello stato in cui mi trovo. Voi aveste in terra il cuore aperto ad ogni altrui miseria e la mano potente a sovvenirla, ora in Cielo non è venuta meno né la vostra carità, né la vostra potenza. Pregate per me la madre del Rosario ed il Figliuolo Divino, giacchè ho gran fiducia che per mezzo vostro ho da conseguire la grazia che tanto desidero. Amen. Tre Gloria al Padre…
Salve, Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra , salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
da ripetere per nove giorni consecutivi

BENEDETTO XVI REGINA CÆLI – Castel Gandolfo Lunedì dell’Angelo, 5 aprile 2010

6 aprile 2010

Cari fratelli e sorelle!
Nella luce della Pasqua – che celebriamo in tutta questa Settimana – rinnovo il mio più cordiale augurio di pace e di gioia. Come sapete, il lunedì dopo la Domenica di Risurrezione è detto tradizionalmente “Lunedì dell’Angelo”. E’ molto interessante approfondire questo riferimento all’“Angelo”. Naturalmente il pensiero va subito ai racconti evangelici della risurrezione di Gesù, nei quali compare la figura di un messaggero del Signore. San Matteo scrive: “Ed ecco vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come neve” (Mt 28,2-3). Tutti gli Evangelisti, poi, precisano che, quando le donne si recarono al sepolcro e lo trovarono aperto e vuoto, fu un angelo ad annunciare loro che Gesù era risorto. In Matteo questo messaggero del Signore dice loro: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, infatti, come aveva detto” (Mt 28,5-6); quindi mostra la tomba vuota e le incarica di portare l’annuncio ai discepoli. In Marco l’angelo è descritto come “un giovane, vestito di una veste bianca”, che dà alle donne l’identico messaggio (cfr Mc 16,5-6). Luca parla di “due uomini in abito sfolgorante”, che ricordano alle donne come Gesù avesse preannunciato molto prima la sua morte e risurrezione (cfr Lc 24,4-7). Anche San Giovanni parla di “due angeli in bianche vesti”; è Maria di Magdala a vederli, mentre piange vicino al sepolcro, e le dicono: “Donna, perché piangi?” (Gv 20,11-13).
Ma l’Angelo della risurrezione richiama anche un altro significato. Bisogna ricordare, infatti, che il termine “angelo” oltre a definire gli Angeli, creature spirituali dotate di intelligenza e volontà, servitori e messaggeri di Dio, è anche uno dei titoli più antichi attribuiti a Gesù stesso. Leggiamo ad esempio in Tertulliano, III secolo: “Egli – cioè Cristo – è stato anche chiamato «angelo del consiglio», cioè annunziatore, che è un termine che denota un ufficio, non la natura. In effetti, egli doveva annunziare al mondo il grande disegno del Padre per la restaurazione dell’uomo” (De carne Christi, 14). Così Tertulliano. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, dunque, viene chiamato anche l’Angelo di Dio Padre: Egli è il Messaggero per eccellenza del suo amore. Cari amici, pensiamo ora a ciò che Gesù risorto disse agli Apostoli: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20,21); e comunicò ad essi il suo Santo Spirito. Ciò significa che, come Gesù è stato annunciatore dell’amore di Dio Padre, anche noi lo dobbiamo essere della carità di Cristo: siamo messaggeri della sua risurrezione, della sua vittoria sul male e sulla morte, portatori del suo amore divino. Certo, rimaniamo per natura uomini e donne, ma riceviamo la missione di “angeli”, messaggeri di Cristo: viene data a tutti nel Battesimo e nella Cresima. In modo speciale, attraverso il Sacramento dell’Ordine, la ricevono i sacerdoti, ministri di Cristo; mi piace sottolinearlo in quest’Anno Sacerdotale.
Cari fratelli e sorelle, ci rivolgiamo ora alla Vergine Maria, invocandola quale Regina Caeli, Regina del Cielo. Ci aiuti Lei ad accogliere pienamente la grazia del mistero pasquale e a diventare messaggeri coraggiosi e gioiosi della risurrezione di Cristo.

Vangelo dalle letture della messa del giorno (sabato 3 aprile 2010 – veglia pasquale)

3 aprile 2010

Dal vangelo secondo Luca (Lc 24,1-12)

Il primo giorno della settimana, al mattino presto [ le donne ] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli.
Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano a esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

La preghiera del Rosario

25 marzo 2010

Lunedì di questa settimana, Gesù, nel Vangelo, ci dice: “Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”
Oggi, giovedì, si meditano i misteri della Luce, introdotti nella preghiera del Rosario da Giovanni Paolo II.
1° Mistero: IL BATTESIMO DI GESU’ NEL GIORDANO
Dio fa scendere il suo Spirito su Gesù dicendo “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.
Preghiera: Maria, ottienici che, contemplando Gesù, battezzato per noi, prendiamo viva coscienza del nostro Battesimo, che ci ha resi figli di Dio.
2° Mistero: LE NOZZE DI CANA
Le parole di Maria: “fate quello che vi dirà”, ci indicano la via da seguire
Preghiera: Maria, ottienici di ascoltare e mettere sempre in pratica la voce di Gesù ed accresci in noi la fiducia nella tua materna intercessione.
3° Mistero: L’ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO
Dio ci vuole nel suo regno e siamo tutti invitati ad entrarci.
Preghiera: Maria, ottienici di accogliere con prontezza l’annuncio del Vangelo e di testimoniarlo con una vita seriamente impegnata nel cammino della santità.
4° Mistero: LA TRASFIGURAZIONE DI GESU’
Gesù, trasfigurato dallo Spirito, mostra agli Apostoli quale sarà la nostra gloria se restiamo con Lui.
Preghiera: Maria, ottienici di vivere con lo sguardo sempre rivolto a Cristo e di ascoltare la sua voce in attesa di poterlo contemplare nella gloria del Cielo.
4° Mistero: L’ISTITUZIONE DELL’EUCARESTIA
Gesù rimane con noi tutti i giorni rendendosi nostro nutrimento
Preghiera: Maria, ottienici di apprezzare sempre più l’Eucarestia. Nutrendoci di Cristo saremo una sola cosa con Lui

Vangelo dalle letture della messa del giorno (domenica 21 marzo 2010)

21 marzo 2010

Dal vangelo secondo Giovanni
(Gv 8,1-11)

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».